Commaremaria
Maria Cannataro Ved. Longo (Trenta)


Da quando manca Commaremaria,
c'è desolazione alla piazzetta.
Ricordo che, con rito ed armonia,
metteva ad asciugar la macchinetta,
sul davanzale della sua finestra,
mentre coglieva, all'orto, la minestra.

E dopo colta, la verdura mista,
veniva ripulita alla scaletta:
inforcava gli occhiali della vista,
quindi, si procedeva, senza fretta.
Poi al cancello, dava il catenaccio,
fatto di calze usate e qualche straccio.

Quando stava nella vecchia dimora,
dove passavo quasi di sovente,
ogni volta, e mi vien voglia ancora,
bussavo al portone col battente.
Ma dal particolare tintinnìo.
lei intuiva ch'ero stato io.

Adesso quella casa è abbandonata,
e l'orto accanto più non si coltiva.
Fave, ficuzze, tenera insalata,
agli, cipolle ed altro un dì elargiva.
Ora tutto si perde. Oh sorte ria!
Perché hai preso Commaremaria?

Nel giorno del Signore, la mattina,
collaborava a preparar l'altare,
con Anna di Minuzzo, Giuseppina
e qualche altro, davansi da fare.
Anche za Monaca era solerte,
come Giuditta a stender le coperte.

La Domenica, tutta "intichettata",
saliva alla vianova e andava in Chiesa,
dove sentiva la messa cantata
di don Pierino, e poi tornava a casa,
per preparare il pranzo a li "mangiuni":
pasta di casa e carne a li cravuni.

Nel pomeriggio stava alla panchina,
con guardo fisso verso la stradella,
mirava se scendeva Paolina
col ferro, ossia la sua macchinella.
Gioiva nel vedere li figlioli:
due petali di fior, due boccioli.

Ho sempre detto a Commaremaria:
"Fammi potare il pesco con l'accetta".
Col cannocchiale, dalla casa mia,
non posso più spiare alla piazzetta.
Ora che non c'è più la mia Comare,
il pesco chi me lo farà potare?

E' uscita dalla scena, senza chiasso,
lasciando ciò che a lei era più caro.
Per lei è stato un semplice trapasso,
per noi, invece, un bel boccone amaro.
Fino alla fine ha pensato ai figli,
lasciando loro utili consigli.

Or piange la Presila , piange Trenta,
piange la Rota e piange la Piazzetta:
a volte c'è Giuditta, che commenta,
con Giuseppina, Anniminuzzo, Elzetta.
Purtroppo, non c'è più quell'armonia,
da quando manca Commaremaria.

Considerazioni di
Igino Di Tommaso

 
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