Estremo desìo
Cosenza 30 maggio 1987

Nella nuova Stazione
c'è stata festa grande!
Ricolmi d'emozione,
fra rustici e bevande,
brindavasi apertura
dell'enorme struttura.

Avvenne, ciò, la sera
del dì trenta di maggio.
Sembrava una chimera,
invece, quel presagio,
si è realizzato,
perciò si è festeggiato.

Ignari che giaceva,
in estrema agonìa,
la Vecchia Stazione
dell'Ente Ferrovia,
che fino a quell'istante
ne aveva viste tante:

Sposi, in viaggio di nozze,
tutti festosi e gai,
gente con mani rozze,
studenti ed operai,
commessi ed emigranti,
mani gesticolanti.

Pochi ne accorremmo
al suo capezzale,
e mesti raccogliemmo,
davanti al suo piazzale,
gli ultimi voleri,
gli estremi desideri:

"Voglio che gli sposini
ritornino felici,
abbian tanti bambini
e mettan le radici,
in questa cara terra,
che non ci sia mai guerra!

Che l'emigrante torni,
anch'egli qui a godere,
le terre dei dintorni
e che ogni podere,
dall'incuria distrutto,
venga rimesso a frutto;

Agli studenti io dico,
servitevi del treno!
Del nuovo e dell'antico,
però, non fate a meno
di rispettar gli arredi
come se foste eredi.

S'erge, nella pianura,
colei che mi succede!
Muoio senza paura,
perché essa provvede
a dare, al viaggiatore,
confort in tutte l'ore".

Ciò detto, in agonia,
la Vecchia Stazione
s'appresta a mandar via
l'ultimo torpedone.
Manca solo un istante!
Già esce il Dirigente!

Il Dirigente è Gelli,
Clausi il Capo Treno.
L'Ingegner Cardarelli,
qui giunto in un baleno,
s'adopra a immortalare
queste immagini rare.

Si chiudono le porte!
Un fischio: che sgomento!
L'ultimo treno parte.
Un gemito, un lamento
si perde in lontananza.
Addio, Vecchia Cosenza!

Igino Di Tommaso
CPV Titolare del DPV di Cosenza

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