Fiore reciso
Discendesti
nell'avello
nel più bello
della tua gioventù.

Nel giardino pien di fiori d'ogni spece,
colto viene quale più sfoggia,
e quel fiore profumato, che più piace,
viene offerto al Gran Signore della reggia.

Come il fiore Tu, inesorabilmente,
dalla morte fosti rapita
e volasti per raggiunger, finalmente,
Chi ti creò, ti edificò e ti sposò
Da quel dì, che non ci sei più,
la misogamìa è con me,
perché nel cuor mio c'eri Tu
e niuno ancora c'è.
Ma quel grande amore che per Te avevo,
pur se indarno fu corrisposto,
l'alimento della speme costituiva
di ciò che più bramavi Tu: la guarigion.
T'ho amato
da bambina,
mia piccina,
ciò non capisti Tu.
Tu non eri per quest'inope mondano
la tua meta, non voluttuosa,
perché il fiore ch'è più bello, in un giardino,
non può disseccare come ogni altra rosa.
Ma di Quel che ha, sa, può e vede tutto
sei l'eterna e casta sposa.
Ora, almeno, cerca di largirmi il frutto
del puro amor, di cui la fonte è il Signor.
Ascendesti
in Paradiso,
ciao, bel viso,
ti rivedrò lassù.
Igino Di Tommaso
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