A Consolato IARIA
In occasione della festa di commiato
Pellaro "La Griglia" 8 aprile 1995

Dopo di tante pene e tanti affanni,
anche Iaria, va in quiescenza,
solo perché ha già compiuto gli anni,
non per sua scelta, ne per compiacenza.
Ma se si presentava l'occasione,
a settant'anni andava in pensione!

Lavoratore preparato e onesto,
ha operato all'ombra, con coscienza.
Lui cesellava i turni, e per far questo,
metteva in atto astuzia ed esperienza,
ma per firmar c'era sempre presente
un turnista Ufficial Sovrintendente.

Stimato dai lontani e dai presenti,
cercava di vagliare ogni proposta,
ma occorreva stare molto attenti,
perché già era pronta la supposta.
Da un sondaggio, effettuato a Reggio,
Iaria è risultato il meno peggio.

S'andava a Sapri, Paola e Crotone,
sovente, in missione per i turni:
Reparto, Titolari ed il plotone
di tutti i Sindacati, e per dei giorni,
si lavorava sodo, senza accordo
per un minuto, a volte, mi ricordo.

Nelle teste rodeva, come un tarlo,
quella ricerca del minuto perso,
tutti s'affaticavano a cercarlo,
ma di trovarlo non ci stava verso.
E dopo tutti i metodi fallaci,
giungeva l'Ingegnere Millemaci.

In quei locali, all'uopo riservati,
Iaria, Caminiti e l'Ingegnere,
eran presenti anche i Sindacati,
nonché Mannino, quale consigliere:
cercavano il minuto a dritta e a manca,
e, finalmente la fumata bianca!

Da quel momento in poi è grande festa,
strette di mano e congratulazioni.
Finalmente si può calar la pasta
e porre fine alle consultazioni.
E il posto di Iaria è sempre a fianco
di quello a cui non piace il pesce in bianco.

E la sera, con aria spensierata
s'andava tutti a visitar Crotone,
ma al rientro dalla passeggiata,
prima di arrivare alla Stazione,
puntualmente sbucavano, dal fosso,
cani randagi ad annusare "l'Osso".

Un giorno, con gli amici di Cosenza,
andammo in Sila per cercare funghi.
Anche Iaria offrì la sua presenza,
con scarpe adatte e pantaloni lunghi.
Girammo in largo e in lungo l'altipiano
tutt'una mattinata, ma invano.

A questo punto, gli esperti fungiari,
sconfitti, si riunirono in consiglio:
"Andiamo lì, un po' più in là, magari…"
mentre Iaria, senza batter ciglio,
"venite", disse, "ci sono tre sedili":
eran porcini di quaranta chili!

E finalmente la centovent'ore,
nel suo ripostiglio si riposa,
pronta com'era ad ire in tutte l'ore,
serbando seco intatto ogni cosa:
pigiama, spazzolino e dentifricio,
'na capa d'aglio contro il maleficio.

Consolati, perché non hai vicino,
mai più, l'insopportabile Casile.
I capricci dell'Ingegner Marino,
non ti faranno, più, scoppiar la bile.
Ma padrone, di nuovo, stai tornando,
della tua vita, moglie permettendo.

A meno che, non ti saltasse in mente,
di stare ancora a disposizione
dei tuoi colleghi, come consulente,
magari in cambio d'altra promozione.
Se ciò farai, caro Consolato,
debbo dirti che sei proprio fregato!

Ed a nome di tutti i pensionati,
che intendono associarsi al mio pensiero,
di Reggio, Paola, Sapri o Vibonati,
di Cosenza, Crotone o Catanzaro,
io chiedo di brindare in allegria,
al grande amico umile Iaria.
Igino Di Tommaso
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