La "600" d'Oro


Più non transita la "600" d'oro
per le contrade e borghi di Matrice.
Più non porta un sollievo per coloro
che soffrono di cuore o d'appendice.
Più non passa col "Carico prezioso":
è chiusa nel garage, è a riposo.

Il Medico di tutti è deceduto,
soccombendo, inesorabilmente,
ad un male terribile e cocciuto,
che l'ha stroncato quasi immantinente.
Ha strappato alla morte tanta gente,
ma per se stesso non ha fatto niente.

E' scomparso colui che, tranquillo,
vegliava sulla popolazione,
pronto ad intervenire al primo squillo
del campanello, sito nel portone.
Con tutti era scrupoloso e accorto,
per tutti una parola di conforto.

La sua specialità era il torace.
Diagnosticava con oculatezza,
era preparatissimo e capace,
inoltre, agiva con molta scaltrezza.
Ciò che sentenziava era un verdetto!
Quasi mai veniva contraddetto.

Un vero punto di riferimento
era l'ambulatorio di don Gino
Non funzionava come smistamento
per il luogo di cura più vicino,
ma tutto si svolgeva in quel locale,
raramente s'andava all'ospedale.

Di natura svariata gli interventi:
ferite medicate e ricucite,
molari estratti a miseri pazienti,
gengive incise allorché indurite.
E risolvendo, quasi per magia,
perfino casi in ginecologia.

Nel pomeriggio, come svago onesto,
prediligeva il gioco delle bocce
insieme ai suoi amici, e per far questo,
s'andava alla vianova, tra le rocce,
tra buche e canaletti irregolari
ardua era l'impresa, senza pari.

Per superare, con tutti gli onori,
le asperità presenti sulla via
o le bocce di avversi giocatori,
metteva in atto l'alta strategia,
imprimendo alla palla un movimento
combinato, detto "sdallazzamento".

D'inverno, invece, andava spesso a caccia,
in compagnia del fedele "Billi".
Dal dì che l'ha perduto, Gino Ciaccia,
non ha dormito più sonni tranquilli.
Era il suo caro amico protettore,
dov'era il cane là c'era il Dottore.

Qualche volta andava a cercar funghi.
Mentre soléa passar le tetre sere,
al circolo dei "Pantaloni Lunghi"
a giocare le carte, con piacere.
Eran questi gli svaghi per don Gino,
tutto ciò che gli offriva il paesino.
Nel dì di festa, alla processione
mai mancò, era sempre presente.
Con passo lento, come da copione,
in fila camminava con la gente.
Distinto, serio, con aria sommessa,
puntualmente andava a sentir Messa.
Più non transita la "600" d'oro,
per le contrade e borghi del paesello.
Il Padroncino è andato tra coloro
che, un dì, risorgeranno dall'avello.
In vita ha operato con onore,
E' stato un uomo buon: era un Signore.
In memoria del dr. Luigi Ciaccia
Medico di Reparto delle F.S.
visto da Igino Di Tommaso
ritorna all'indice