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A Santo PELLEGRINO
In occasione della festa di commiato
Ristorante
"Temesa" 10 aprile 1993

                   
                   
      Dopo una lunga ed estenuante attesa,
fatta di ansia e di trepidazione,
di nuovo ci troviamo nel "Temesa",
per festeggiar l'andata in pensione
del caro amico, Pellegrino Santo,
che per decider ha impiegato tanto.
                   
   

Infatti, da più lustri, sento dire:
non ce la faccio più, sono seccato,
appena mi faranno Superiore,
faccio domanda e me ne sono andato.
Ma quando fu promosso, sto fetente,
aspettò quella di Sovrintendente.

                   
      Più volte è stato incoraggiato invano:
"Hai una moglie che ti da consigli,
hai una villa ed un lavoro sano
ed hai perfino sistemato i figli".
Fai la domanda, cosa aspetti, amore?
Aspetto quella di Capo Settore!
                   
    Onesto, laborioso, intelligente,
per cui, da tutti, era molto stimato.
Ha svolto tutti i ruoli del viaggiante,
e d'esserne all'altezza ha dimostrato,
e infine se n’è andato in pensione
da Titolare, ultima mansione.
                   
      Basta con forniture al personale,
mai più prospetti inutili e veloci.
Se nella notte un incubo ti assale
e senti, mentre dormi, queste voci:
"Sono Vittorio, Tito, Consolato",
non ti destar, girati all'altro lato.
                   
    Il benvenuto sei nel nostro regno,
dove la sveglia non ha mai suonato,
dove la vita scorre senza impegno,
dove ti senti libero e beato.
Ma tutto ciò che qui sto presagendo,
sarà reale, moglie permettendo.
                   
      Ed or brindiamo al nostro amico Santo,
brindiamo tutti insieme a ciò che spera
e alla famiglia a cui tiene tanto,
nonché alla brillantissima carriera.
In ferrovia ci ha saputo fare,
brindiamo a Pellegrino "Titolare"!
                   
       
Igino Di Tommaso
 
                   
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