INTRAUTERINO
FECONDO


...Chopin concerto numero uno per pianoforte e orchestra.
...Rigiro il CD fra le mani in offerta speciale e sedotto dal NICE-PRICE ma, non senza indecisione mi avvio verso la cassa, in fondo… servirà a farmi una cultura.
...Giorni d’autunno, le foglie, banale…la tristezza e tutto si ripete sempre uguale ma sempre meno intenso come se… per pescare emozioni che mi sfuggono dovessi usare esche più appetitose, quelle buone che vende solo un negozio dove sono entrato una volta, tempo fa e che…ho dimenticato dietro l’angolo di un sogno.
...Apro un cassetto per vedere se, per caso, ho segnato l’indirizzo di quel sogno e, rovistando cianfrusaglie, mi trovo fra le mani ancora intatto… un compact, lo stesso di prima, qual’era? Ah sì…“Chopin concerto numero uno per pianoforte e orchestra”.
...Va be’ lo scarto e apro l’intatto ne ascolterò un pezzetto, tanto poi
quell’indirizzo non l’ho trovato.
...Secondo movimento, larghetto. Digito PLAY e… squilla inopportuno il telefono…, STOP! Mezz’ora, non avessi mai risposto, dov’ero rimasto?! Ah già… larghetto.
...Di nuovo… PLAY!… … Passano silenziosi secondi; qualcosa non funziona, ah no! ecco… si sente pianissimo… non si sente! ...Alzo il volume, razionalizzo… BASS, bene – TREBLE, equalizzo, no!!! Un bel niente! ...Ripassano sottofondi secondi mentre perdo la pazienza ma… qualcosa si sente; mi siedo… finalmente sul fondo di un déjà vu finché… non mi accorgo di essere solo sordo a semplice bellezza.
...Finché non mi accorgo che quelle deboli… impercettibili note sono l’ouverture dell’incanto, semplice incanto!
...La certezza che non siamo cellule soltanto… ma vibrazioni!
...Perso d’armonia senza spazio… né tempo, in un sogno caduto… oltre l’orbita del pianeta, ’sì disperso nella coda di una cometa.
...Perché un tempo eravamo comete, frammenti di stelle.
...Perché un tempo…- illuminati – brillavamo nella galassia, candidi spermatozoi!

 

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